venerdì 18 aprile 2008

Vecchia guardia

Ebbene sì, ho più di quarant’anni ed ho finalmente realizzato che non ne vorrei di meno, non in questo momento storico! Con questo non voglio dire che non mi piacerebbe tornare indietro nel tempo ma non potendosi realizzare, tanto vale accettare le “pieghe amare” che solcano i lati della mia bocca! Devo ammettere che il passare del tempo mi ha sempre turbata (avevo 25 anni e già mi lamentavo di esser vecchia!) ma il culmine l’ho raggiunto a 39 anni! Mi terrorizzava vedere arrivare, inesorabile, il 26 novembre 2006! Poi è arrivato…e non è cambiato nulla, anzi! Ho cominciato a godere dei complimenti che mi venivano rivolti quando dichiaravo la mia età: “Ma daaaai, stai scherzando? NON LI DIMOSTRI AFFATTO!”... che meraviglia! Due giorni fa l’ultimo: “Tu quanti anni hai? 35? 36?”, una roba da gongolare per una settimana! I complimenti mi hanno sempre messa sulla difensiva, ultimamente, invece, ho cominciato ad accettarli e sentitamente ringraziare per essi! In più, ho ricominciato a sentirmi “un bel bocconcino”, era ora!!! Già, mi guardo intorno e vedo solo volgarità, maleducazione e presunzione! Per strada imperversa il cattivo gusto, mises inguardabili e posture anche peggiori! Le ragazze non sanno camminare…non sanno sedersi! Ricordo bene la lezione di mia nonna su come siede una signorina di buona famiglia: schiena dritta, testa alta, gomiti aderenti al corpo e…gambe CHIUSE! Infatti se c’è missione impossibile per un uomo è riuscire ad intravedere le mie mutandine mentre sono seduta, anche se ho una gonna corta!!! Infatti, una serie di insegnamenti a parte ebbe l’accavallo delle gambe! Fermo restando che è deplorevole che una donna accavalli le gambe, se proprio deve (beh un minimo di elasticità mentale ce l’aveva pure quella nazi di mia nonna!), bisogna farlo in un modo ben preciso: la gamba che incrocia deve incollarsi a quella sotto, polpaccio contro polpaccio, e quella sotto…NON DEVE ASSOLUTAMENTE rimanere dritta con il piede che poggia a terra, bisogna bensì inclinarla in diagonale (più o meno come da foto)! Insomma una roba di gran classe ma scomodissima! Quante ne ho dovute imparare! Il Galateo a memoria e poi lezioni su lezioni di buone maniere, pianoforte, cucina, lavaggi vari, asciugatura e stiratura, come piegare la biancheria, le camicie e gli abiti (sì, ci sono delle regole anche per quello!), cucito, maglia, uncinetto, ricamo…una cosa devastante per una bambina, utile per la donna che sono diventata! Certo, alcune cose le ho abbandonate in favore di altre che mi sono fatta insegnare da mio padre, sicuramente più utili (cosucce da maschio tipo l’uso del trapano, qualcosa di falegnameria, pitturazioni murali, lavoretti d’idraulica), però, se mi ci metto, un vestitino me lo so ancora fare!!! Indubbiamente molto di ciò che ho imparato appartiene ad altri tempi, probabilmente era un modello educativo eccessivo, troppo rigido ma, di fronte all’inettitudine delle nuove generazioni, sarebbe bello se si recuperasse qualcosa dal dimenticatoio. Almeno ci risparmieremmo lo spettacolo di donne con l'andatura di uno scaricatore di porto, che siedono scomposte, parlano a bocca piena, masticano a bocca aperta e sanno solo lisciare il maschio pelo pubico!

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