mercoledì 20 maggio 2009

Il bacio d'addio

Nel post precedente, l’andata. Ma anche il ritorno, ha avuto la sua buona dose d’amore! Probabilmente io ho una predisposizione a notare certi dettagli romantici, non so, oppure le stazioni sono rimaste l’unico luogo deputato agli slanci! Del resto io stessa, generalmente controllata, ne subisco il fascino. Il distacco è la chiave. Come direbbe la mia amica Ida, evidentemente ho qualcosa di non risolto! E so anche cos’è ma non so come risolverlo! Quand’ero piccina, trascorrevo tre mesi in vacanza con i nonni materni. Venivano a prendere me e mio fratello e poi si partiva. Mia madre, tutte le volte, rincorreva la nostra auto fino allo stremo delle forze. Una cosa devastante per me. Da allora, ogni separazione mi commuove. Quindi accompagnare qualcuno ad un treno è una delle cose peggiori che mi possa capitare! Ma torniamo alla scena del ritorno. Già più un classico rispetto a quella dell’uomo con la rosa rossa, vedeva protagonista una coppia di giovani che si baciava modello “ortopanoramica” (n.d.r. citazione di una massima indimenticabile di Jo)! In quel caso la parte debole era senz’altro lei. Col broncio triste, il mento tremante, la lacrimuccia incipiente, tutta spiaccicata a lui! Ma, a prescindere da chi fosse il dominante, erano una coppia e, forse perchè sulla strada dell’abbandono del cinismo, molto più presente all’andata, non ho potuto non pensare: “Beati loro”!

Rosa rossa, pegno d'amore

Lungo il binario che percorrevo per guadagnare l’uscita, mi sono imbattuta in un’immagine antica. Ho incrociato un uomo, il suo sguardo squarciava la folla alla ricerca di lei. In mano, una rosa rossa a gambo lungo. L’ho fissato, non lo nascondo, rapita da quell’espressione carica di aspettativa mista ad ansia. Non si è accorto di me e nemmeno mi aspettavo accadesse. Si capiva che era preso solo dal pensiero di lei, che finalmente sarebbe scesa da quel treno. Ho aspettato che la individuasse. Volevo vedere il suo volto, così teso, sciogliersi ed illuminarsi in “quel” sorriso. E così è stato! Non mi sono soffermata a vedere per chi trepidava tanto, anche se sarebbe stato interessante scoprire se era un’acqua cheta o una maliarda, mi è bastato lui, la parte debole. Sì, debole, perché certamente il più innamorato dei due. E, benché molto intenerita da quella luce nei suoi occhi, non ho potuto non pensare: “Povero diavolo”.

martedì 19 maggio 2009

Week end fuori porta


Bello viaggiare!
Un tempo, avevo sempre la valigia pronta per andare là dove mi portava il cuore!
Poi...poi...(sospiro)...beh, ho smesso di farlo.
Qualcosa è cambiato, però.
Da Pasqua, da quando ho rivisto quegli amici che mi hanno conosciuta ragazzina e che credevano fossi rimasta il “tornado” che ero.
Non potevo deluderli mostrando la donna triste che sono diventata.
Non potevo, non volevo.
E’ stata una bella vacanza, un passo avanti verso quella che spero sia una rinascita.
Già, lo spero e mi sto impegnando per tornare a piacermi ed aver voglia di vivere.
Ed allora la nuova me non poteva dire di no alla comunione della Gommosa!
Quindi venerdì, alle 14, ho mollato l’ufficio, mi sono preparata la valigia, ho chiuso nel ripostiglio la pigrizia e la paura di soffrire il treno, ho messo su un sorriso e sono partita per Roma!
Il viaggio è stato buono, volevo godermelo.
Ho letto, ascoltato musica, ammirato le dolci colline toscane...ed ho anche fatto conversazione con i miei compagni di scompartimento (wow!)!
Jo è arrivata strombazzando il potentissimo clacson di Carolina!
Montare a bordo di quel Duetto rosso Alfa, è sempre un’impresa e Roma non ha la pazienza di aspettare che una signora salga su quella bi-posto senza spazio per la valigia...ma chi se ne frega, ci pensa Jo a strillare “E n’attimooo!”!
E’ sempre un’iniezione di buonumore lei!
Con le sue urla di gioia e quella risata fragorosa che si ritrova!
In macchina, poi, si è messa a farneticare al cellulare di protesi al sedere che, sì, aveva visto e che erano “molto carine” (?!)... come si fa a non divertirsi con una così?
All’altro capo del telefono, c’era il mio nuovo acquisto di questa piccola vacanza, quella che, dal giorno seguente, diventerà la “sorella grande”, la zia Ida.
La donna che balla abbracciata all’albero maestro della Signora del vento e che si disfa di pianto quando passa una banda di paese, o qualcuno si sposa, o magari fa la prima comunione!
Quella che “evidentemente accade perché ho qualcosa di non risolto”, quando poi voglio sapere che c’è da risolvere se una si emoziona ancora?
Quella che propone di andare al bar e chiede a tutti “Cosa prendete?” ma poi fa pagare Jo, perché ha dimenticato di passare alla “cassa continua”!
Quella che, quando ci passa dal bancomat, non ti fa pagare più niente nemmeno se ti ammazzi!
Bello viaggiare!
Bello incontrare la famiglia e riunirsi per condividere l’emozione della Pociolla con le margheritine nei capelli.
Bello conoscere nuovi amici.
Unico “turbamento”? Il predicozzo (a fin di bene) di Nostra Madre da Roma: “Sai io e tua madre siamo moooolto preoccupate per te. Che ti manca? Sei bella, intelligente, spiritosa, simpatica! Insomma Daniela parliamoci chiaro, DEVI DARLA! Me lo prometti che ti dai una mossa?”, che detto da una donna che i suoi anni ce li ha, amica di mia madre...ecco, mi lascia un po’ spiazzata!
Però ho promesso... mi tocca mantenere!

lunedì 4 maggio 2009

Storie di ordinaria sorellanza!

Rubo a mia sorella (autorizzata, quindi non è un vero rubare!!!) un post intitolato "Avanti c'è posto" dal blog Sesto potere (http://www.sestopotere.blogspot.com/), perché lo condivido in toto!
"Chissà perchè, ma si finisce sempre a parlare di uomini, noi amiche. E qualche volta finisce che anche un uomo si intrometta nella discussione. Parere interessante e forse interessato, il cui succo è: siete troppo aggressive e ci spaventate. Porto a casa il messaggio e ci rimugino. Di certo alcune di noi sono aggressive, altre vere e proprie iene. Ma a mio parere c'è anche molta semplificazione, ci attaccate un'etichetta in 20 secondi senza andare tanto per il sottile. Aggressive? E se fossimo solo determinate, o timide, o spaventate a nostra volta? E se fossimo costrette ad essere così perchè voi non è che ci date una gran mano? E se fosse che, come dice Goffman esiste un aspetto pubblico e uno privato? Io ad esempio con il mio uomo sono molto coccolona e accomodante, mi piace seguire, non sento l'esigenza di impormi, non imposto il rapporto con un uomo sul potere ma sull'amore, sul piacere di fare qualcosa per e con l'altro. Ma siccome nella vita ho tutto sulle spalle ho l'aria di una che lotta. Ma mica lotto 24 ore al giorno. E poi lotto perchè sono costretta, mica mi diverto.Mettetemi di fianco una persona che mi sostiene, che non mi prende contropelo, a cui piace condividere la vita e dividersi il peso dei problemi e divento una gatta, tutto il tempo a fare fusa, tutta divano e coccole e poi da cosa nasce cosa perchè l'unica cosa che una donna non deve fare è usare il sesso come ricatto o merce di scambio.Che ne sa, Professore, di me? Le assicuro che sono un pasticcino...ma lo deve sapere una persona sola, e mettere qualche schermo, qualche barriera, è un antico metodo per selezionare. Il premio è per quell'uomo che dimostra di avere intuito e sa andare oltre le apparenze. Alla maratona di New York partecipano in molti, ma uno solo vince.".
Brava Jo!