lunedì 30 luglio 2012

La bici blu




Ti scocciava andare in bicicletta da solo! Quanti anni sono passati da quando decidesti che dovevo essere la tua compagna di pedalate domenicali? Più di dieci di sicuro!
Comprasti la mia bici a Bari e poi te la portasti in treno fino a Trani. Che sorrisone avevi quando entrasti in casa! Una mountain bike Bottecchia blu elettrico! Ricordo che me la registrasti a misura nel salotto di casa! I pedali, il sellino, il manubrio e via, a fare un giretto di prova nei dintorni di casa. La prima domenica c’era un sole che spaccava le pietre e noi andammo su quelle infami strade sterrate dietro il circolo tennis…salitelle e discese, salitelle e discese…pant, pant! Te possino Pa’! Te la ridevi a vedermi arrancare, eh? Era solo questione di tempo, però!  Eri in forma, sì ma ci misi poco a mettermi in pari…e a superarti!
Te la ridevi lo stesso, però, anche se facevi fatica a starmi dietro! Erano davvero belle le nostre gitarelle insieme. Bastava così poco per capirsi e volersi bene…senza dircelo mai, solo con gli sguardi. Sapessi che rammarico ho di averti lasciato andare da solo tante domeniche. Che vuoi farci? Non potevo sapere che presto avrei pagato qualunque cifra per rifare con te quelle schifosissime stradelle sterrate.  Dopo che mi hai lasciata per sempre, la Bottecchia è rimasta in garage a fare la polvere, insieme al mio cuore. A Reggio Emilia ce n’è tanta di gente che va in bici. Ci sono le ciclabili e tante opportunità di fare i giri che ti piaceva tanto fare ma…beh, Pa’ non avevo voglia di andarci senza di te! L’ho usata ogni tanto per piccoli giretti in città, poca cosa, sai non è il massimo della comodità per andare a fare la spesa! Finchè un giorno l’ho portata a fare una bella revisioncina ed ho deciso di farle mettere un…ehm…cestino sul davanti in modo da poterla usare un po’ più spesso (sì lo so, le ho fatto una cosa orribile ma io devo poter mettere la borsa da qualche parte, oh!)! Ciò nonostante è rimasta in garage a fare la polvere, troppa tristezza, troppi ricordi. Ad eccezione dell’anno scorso, quando qualcuno mi ha chiesto di muoverci in bici! Non potevo raccontare i retroscena che m’impedivano di usarla senza che tu fossi con me, quindi ho fatto lo sforzo di superare il trauma! Poi sono finite anche quelle passeggiate e la bici è tornata al ricovero! Ma c’è una novità Pa’! Da qualche settimana, sto facendo delle piccole escursioni! E’ successo una domenica in cui il dolore era così forte da stordirmi. Una domenica in cui i pensieri negativi ti sommergono e tu rischi di soccombere. Ho voluto provare a fare un giro con te ed i nostri bei ricordi. Ha funzionato Pa’! Ho trovato un posto che ti sarebbe piaciuto un mucchio e, piano, piano, ho rimesso in moto le gambine! Quella domenica ci ho messo due ore a fare un giro che adesso faccio in mezz’ora! Quindi ora, non appena ne ho l’occasione, monto in bici e andiamo…io e te. Oggi avrei potuto fare di più, infatti non avevo voglia di rientrare…ma devo andarci piano, anche se mi sento in grado di fare di più. Grazie Pa’! Dell’amore… e della bici blu!



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo anni di silenzio eccomi qui, il tuo sostenibile anonimo. Quanto struggente il messaggio al tuo papà. Ne sento tutto il sentimento essendo anche io il papà di una bambina che mi adora. Peccato che ha una madre disgraziata che invece ha rotto il mio di cuore. È proprio vero, il legame più sincero tra un uomo e una donna sulla terra è quello tra il papà è la sua figlia

Anonimo ha detto...

Scusa il correttore automatico volevo scrivere "sostenitore anonimo" ed è venuto invece "sostenibile anonimo"

Anonimo ha detto...

Sono passati parecchi anni ma sono lieto di scoprire che il blog ci sia ancora. Nel frattempo, circa un anno fa, anche il mio papà è andato in cielo,e se prima potevo solo immaginare cosa significasse perderlo e provare tutta l'angoscia, ora mi riconosco nel tuo post. Anche io continuo a rivolgermi a lui nei modi più diversi, anche io ne avverto la presenza nelle mie giornate. So che un giorno lo rivedrò, perché mi ha mandato una specie di messaggio. Un sogno, nel quale mi trovavo su un treno e non sapevo nemmeno dove andassi, semplicemente viaggiavo. Ma quando il treno arrivò in stazione io ne scesi, e una volta a terra vidi il mio papà ad aspettarmi sulla banchina. Gli andai incontro e mi accolse con un abbraccio che mi trasmise un calore speciale, immenso. Immagino che quel treno fosse la metafora della mia vita. Quindi aspetto di incontrarlo di nuovo e nel frattempo non lo piango (o quasi). Perché no, non sono stato sfortunato a perdere il papà, ma sono stato fortunato perché ho avuto un papà meraviglioso.