domenica 17 gennaio 2010

La merenda della domenica

Eccola qui la classica domenica pigra!

Una di quelle domeniche in cui non ti affanni a mettere ordine.

Nelle carte, in giro per casa o nei pensieri.

Comoda nella tuta grigia nuova e carina come quando avevi vent'anni, con i capelli puliti e pettinati, e stavi a casa perché dovevi studiare. E' una domenica che profuma di merenda, dove però manca la crema pasticciera della mamma da mettere calda, calda nella tazza e, mentre aspetti che si raffreddi un po', lecchi la buccia del limone tenendola fra le dita. Ma è un'età diversa la mia e il profumo che si spande è quello del caffè. Già, perché caricare una moka e metterla sul fornello è un gesto automatico, che non comporta attenzione verso te stesso, un po' come lavarsi i denti, che viene senza pensarci. Diverso è l'impegno di separare i tuorli dall'albume, sbatterli con lo zucchero finché diventano spumosi, unirci il latte, sbucciare il limone avendo cura di togliere la parte bianca che altrimenti renderebbe amarognola la crema, e mettere sul fuoco avendo cura di girare e girare e girare in attesa che cuocia. Sono gesti che per te stesso non fai, sono gesti d'amore che devi fare per qualcuno.

Ho speso il tempo leggendo un nuovo libro, che ha avuto il potere di farmi sentire a casa, perché intriso dei miei ricordi e di quelle atmosfere che anch'io ho vissuto. Adesso sono in quella fase in cui mi sono accorta che sono pressoché giunta alla fine e voglio procrastinare quel momento, quindi bevo un caffè, ascolto un po' di musica e scrivo...ma quasi, quasi vado a farla la crema...descrivere il procedimento per farla me ne ha fatto risentire il profumo ed ora ho l'acquolina! E che sarà mai se mi concedo un po' di amore?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, si dice che per amare gli altri bisogna amare prima sé stessi, e si dice anche che l’amore è un ingrediente fondamentale della cucina. Che ciascuno di noi ne possa ricevere più di quanto ne dà. Per me purtroppo non è così, ma mi devo accontentare. E rinfrancarmi lo spirito leggendo di tanto in tanto i tuoi blog. Vai così, che sei forte, ti auguro tutto il meglio.

Spina ha detto...

Uhmm, sono molto poco incline a credere ai "si dice", si dicono così tante cavolate oggigiorno! Comunque io ricordavo che gli altri ti amano se ami te stesso (meglio se SOLO te stesso)! Non mi risulta che la scarsa autostima pregiudichi il sentimento verso gli altri, anzi, piuttosto è una garanzia per rimanere sempre delusi. La crema è venuta molto bene, quindi la mia cucina era satura di amore??!!! Speriamo che ne sia rimasto un po' nell'aria che sto facendo i carciofi ripieni!!! Quanto a te, sforzati di darne meno, vedrai che risultati clamorosi! A questo mondo non gliene frega una beata cippa dell'amore... ad eccezione di quello che alberga nei cuori degli chef dei ristoranti!!! Grazie sempre del tuo supporto, cercherò di rinfrancarti quanto più posso. Non sono poi così forte ma faccio la forte, vale lo stesso?

Anonimo ha detto...

E che forza… Accidenti, mi hai distrutto! Non era mia intenzione dare lezioni a nessuno, e se è sembrato così perdonami. Cercherò di spiegarmi meglio. Nella prima parte del mio commento intendevo solo darti conforto circa la tua domanda “che sarà mai se mi concedo un po’ di amore?”, asserendo la teoria che chi sa “concedersi” attenzioni è (naturalmente, o di riflesso, o comunque la vuoi mettere) altrettanto “incline” a concederle anche agli altri. Non ho citato l’autostima, e onestamente credo che amore per sé stessi ed autostima non coincidano, anche se ovviamente le due cose sono strettamente legate tra loro. Trovo un po’ amaro e francamente non mi spiego il tuo sarcasmo sull’amore come “ingrediente fondamentale della cucina”, anche perché tu stessa hai affermato che qualsiasi “ricetta” più elaborata della preparazione di un caffè presuppone la dedica del proprio “lavoro” a qualcun altro, il che è - appunto - un gesto di amore. Gli chef dei ristoranti quel lavoro se lo fanno pagare (e pure bene), quindi possono fare certamente a meno di infondervi amore, basta solo della buona professionalità. Mi spiace leggere frasi come “meglio se (ami) SOLO te stesso” e “a questo mondo non gliene frega una beata cippa dell’amore”, perché affermazioni del genere sono attribuibili a una persona arida (quale non credo, né mi auguro tu sia), o peggio, ad una persona ferita (e se è il caso, me ne rammarico sinceramente). Nonostante io continui a ricevere meno amore di quello che do (e quindi continui ad accontentarmi), rispetto a quelle frasi io resto della convinzione opposta. A conforto della mia teoria, il mondo ha fortunatamente avuto - e tuttora celebra - personaggi come Gandhi, Maria Teresa di Calcutta, Papa Giovanni XXIII e così via, che all’amore hanno dedicato la loro esistenza, e che il mondo ricorda proprio per l’amore che hanno diffuso. Nel chiudere il precedente commento ti ho scritto che sei “forte”. Non so come usa dalle tue parti, ma dalle mie l’aggettivo “forte” è adoperato anche nel senso di “brillante/sagace”, “simpatico”, “pieno di vita” eccetera, ed è questo il significato che intendevo attribuirgli nello specifico, per intenderci lo stesso significato dell’aggettivo “cool” usato dagli anglosassoni. Presumo che invece tu abbia interpretato quel “forte” come “forte di tempra, di carattere”, e nel caso la mia risposta alla tua domanda se “fare la forte vale lo stesso?” è che tu vai già bene così come sei. E per questo continuerò a fare il tifo per te. Un saluto.

Spina ha detto...

Oh no! Mi spiace un sacco essere stata fraitesa! Ok, ho scritto con tono sarcastico, caustico se vogliamo, ma confidavo che ne afferrassi lo spirito!!! In realtà volevo solo che trasparisse la grande delusione per come vanno le cose fra le persone e l' aridità generale. Sì, sulla cucina sono d'accordo con te ed in effetti è un ingrediente essenziale...solo mi faceva ridere l'immagine di me tutta infervorata a prepararmi la crema pasticciera, quindi l'ho sdrammatizzata. Però sono felice che tu mi legga e mi piace ricevere i tuoi commenti. Non ti permettere di abbandonarmi, sai?!!!

Anonimo ha detto...

Figurati… E come farei ad abbandonarti, proprio io che – “cascato” per caso sul tuo blog - ho subìto il fascino della tua penna (beh, sarebbe più corretto dire della tua tastiera)? Grazie della tua comprensione, come hai immaginato ho preso troppo alla lettera alcune espressioni, non cogliendone la vera vena ironica che contenevano, ed ho frainteso. Questo non toglie che ho colto e condivido una certa delusione per come vanno le cose tra le persone e per l’aridità generale, anche se allo stesso proposito credo di poterti dare una buona notizia: il fatto che siamo qui a discuterne significa già che ciascuno di noi due ha di fronte almeno un altro per cui certi valori contano! E se consideriamo che la popolazione mondiale stimata conta circa 7 miliardi di individui, beh… abbiamo buone probabilità di non esser soli! Allora… alla prossima, e chissà che nel frattempo non si aggreghi qualcun altro!

Spina ha detto...

Giusta osservazione! Ben detto! Aspettiamo adesioni al club!